Quando l'atteso temporale non arriva... In
questi giorni abbiamo notato malcontento fra la gente. Molti
lamentano il fatto che nelle
previsioni sono stati annunciati
temporali che
non si sono poi verificati. Credo sia giunto il momento
di fare un po' di
chiarezza.
Per
prima cosa vi ricordiamo sempre che PREVISIONE non vuole dire
CERTEZZA. Oggi giorno l'atmosfera ed i fenomeni stanno un po'
cambiando le loro “abitudini” e le previsioni vanno ancor più
interpretate come un avviso, un avvertimento che un determinato
EVENTO possa verificarsi. Detto questo vorremmo sottolineare che i
previsori non sono e non saranno mai esenti da errori. Ma gli errori
li commettono anche quelli che interpretano le previsioni in modo
troppo personale. Dobbiamo smetterla di guardare solo nel nostro
orticello. Dobbiamo allargare i nostri orizzonti quando si parla di
previsioni. Molti utenti non si sono ancora resi conto che in questi
giorni di temporali ce ne sono stati eccome, pure forti ed
accompagnati da nubifragi e grandine.
Ma
allora, perchè su certe zone il temporale non è mai arrivato?
Questo è un discorso assai complesso. Ci sarebbe tanto da scrivere,
pagine e pagine, esempi ed esempi. Cercheremo di riassumere come
possiamo il concetto e senza spiegare tecnicamente certi meccanismi
ovviamente a molti di voi sconosciuti. Prendiamo il caso di una
perturbazione atlantica autunnale o invernale. Si tratta di un vasto
sistema nuvoloso, ben compatto, che segue le istruzioni impartitegli
dalla solita depressione alla quale è collegata. Segue movimenti ed
effetti abbastanza prevedibili anche se nel suo lungo percorso può
subire cambiamenti. I temporali sono tutta un'altra cosa. Non
seguono le regole delle perturbazioni atlantiche. Non percorrono
migliaia e migliaia di chilometri e spesso non sono collegati a
depressioni. Specialmente quelli di piena estate, come nel caso di
questi giorni, i temporali sono il frutto di un'interazione fra due
masse d'aria diversa. Una molto calda ed umida preesistente ed una
che scorre alle quote superiori, più fresca ed instabile.
Da
questa interazione nascono le ormai ben conosciute celle
temporalesche. Ed è dal momento della loro formazione che
incominciano i problemi, i nostri dubbi. Intanto è difficile già
prevedere il luogo preciso della loro nascita. Ci sono sempre zone a
maggior rischio è vero, ma la precisione non può esistere. Una
volta formatasi la cella temporalesca, ecco che nasce un altro
problema. Che direzione avrà? Ci sono addirittura celle
temporalesche che nascono e muoiono praticamente sul medesimo
fazzoletto territoriale. Sono le tanto temute celle autorigeneranti.
Sono temporali che spesso causano forti allagamenti e talvolta delle
terribili alluvioni lampo. Un temporale, come detto, non riesce a
percorre migliaia di chilometri come le perturbazioni atlantiche.
Alle volte prendono direzioni diverse. Alcune si gonfiano strada
facendo, prendendo energia da determinati fattori
orografici/ambientali.
Una
cella temporalesca si forma molto rapidamente ma altrettanto
rapidamente può perdere la sua energia. A parte le Super celle che
possono avere diametri anche piuttosto ampi, le normali celle
temporalesche non hanno una grande dimensione e non riescono ad
interessare aree troppo vaste. Ecco perchè, sovente, i temporali
scoppiano a poche decine di chilometri da noi senza nemmeno
interessarci. E questo può ripetersi anche più volte nel corso dei
giorni. Spiegato l'arcano? Speriamo di si.